Giovedì 12 novembre 2009 è stato approvato dal Senato della Repubblica un ordine del giorno con il quale il Governo si è impegnato a prevedere un incremento del Fondo (art. 1, commi da 280 a 284, della L. 27.12.2006, n. 296) tale da riconoscere la concessione del credito d’imposta per la ricerca anche alle aziende che, pur avendo presentato la domanda di ammissione al beneficio tra il 6 maggio 2009 e il 5 giugno 2009, non sono state ammesse per esaurimento dei fondi stanziati.
Si è arrivati a questo risultato grazie all’impegno della senatrice del PDL Maria Ida Germontani e dell’avvocato di Confapi pmi Reggio Emilia Federica Malvezzi, che hanno seguito la vicenda al fine di consentire alle tante imprese che avevano investito, tra il 2008 ed il 2009, in ricerca e innovazione, di beneficiare del credito d’imposta da cui erano state escluse per la mancanza di risorse adeguate.
Si è arrivati a questo risultato grazie all’impegno della senatrice del PDL Maria Ida Germontani e dell’avvocato di Confapi pmi Reggio Emilia Federica Malvezzi, che hanno seguito la vicenda al fine di consentire alle tante imprese che avevano investito, tra il 2008 ed il 2009, in ricerca e innovazione, di beneficiare del credito d’imposta da cui erano state escluse per la mancanza di risorse adeguate.
Si ricorda, infatti, che nell’ormai famoso click day del 6 maggio scorso, migliaia di aziende avevano inviato per via telematica, la richiesta di nulla osta al credito d’imposta. La maggioranza di queste si era vista però negare tale diritto: erano bastati infatti solo 37 secondi per dare fondo alle risorse messe a disposizione dallo Stato.
Confapi pmi Reggio Emilia, pertanto, aveva avviato presso la Commissione Tributaria di Pescara un ricorso collettivo riguardante 45 aziende associate che, assistite dall’avvocato reggiano Federica Malvezzi, volto ad ottenere l’annullamento del provvedimento.
L’avvocato spiega: “Nell’occasione erano stati sollevati dubbi sulla costituzionalità della norma che prevedeva stanziamenti limitati per coloro che avrebbero potuto beneficiare del credito d’imposta.
L’avvocato spiega: “Nell’occasione erano stati sollevati dubbi sulla costituzionalità della norma che prevedeva stanziamenti limitati per coloro che avrebbero potuto beneficiare del credito d’imposta.
Inizialmente, infatti, la possibilità di usufruire di tale sconto era stata attribuita a tutte le imprese che avessero compiuto attività di ricerca, senza alcuna limitazione di fondi disponibili.
La successiva restrizione riteniamo abbia determinato la violazione del diritto, già acquisito dalle aziende, ad ottenere il beneficio in questione”.
Cristina Carbognani, Presidente Confapi pmi Reggio Emilia, commenta così il provvedimento approvato in Senato: “L’impegno assunto dal Governo di finanziare la ricerca costituisce un segnale importante, soprattutto in questa fase così difficile che le piccole e medie imprese stanno vivendo.
E’ fondamentale infatti fornire ossigeno a queste realtà che costituiscono la linfa vitale dell’economia e del benessere del nostro territorio”.